Innovazione e formazione Nuove competenze per nuovi processi

05/10/2023 | 581

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Innovazione e formazione
Nuove competenze per nuovi processi

di Ilaria Di Croce - Direttore Quadrifor

 

Il mondo delle imprese è in fermento. Digitalizzazione, innovazione e competitività stanno modificando i tradizionali profili organizzativi, spingendo le aziende a ripensare i propri fabbisogni formativi. Di fronte ai cambiamenti che hanno interessato i consumi, le abitudini di acquisto e le modalità di lavoro, è diventata fondamentale la capacità di anticipare le tendenze. La conoscenza delle nuove tecnologie ha assunto un ruolo decisivo e lo sviluppo di nuove competenze è una necessità avvertita da tutti i middle manager del settore.

 

Insieme a Ebinter abbiamo commissionato a Doxa una ricerca per approfondire l’impatto di tali cambiamenti nei settori del terziario di mercato, sia nel suo complesso sia con particolare riferimento all’area dei quadri. Gli esiti dell’indagine svolta su un campione di oltre 400 mila unità rivelano la fotografia di un settore in trasformazione, in cui l’innovazione ha portato con sé la necessità di una crescita anche professionale.

 

Ecco perché, secondo i risultati dell’indagine, la scelta di formare i propri dipendenti è stata presa dal 47% delle imprese in cui lavorano i quadri intervistati. Su cosa si sono concentrati i corsi di formazione? Soprattutto marketing (47,5%), customer care (44,7%), strategie di fidelizzazione cliente (36,2%) e social media management (34,8%).

 

Il 68,3% dei quadri intervistati ha seguito i corsi di formazione da remoto. Tuttavia, restano ampi aspetti su cui i middle manager del terziario sentono di aver bisogno di maggiore preparazione. Si tratta, in particolare, di competenze che potremmo definire “trasversali” tra soft e hard skill, qualità personali che i manager desiderano coltivare, ma di cui beneficiano direttamente le attività lavorative. Ai primi posti ci sono la capacità di pensiero strategico in un’ottica di miglioramento continuo (36,3%), seguita dalla capacità di “fiutare” il cambiamento, immaginando nuovi scenari e anticipando i bisogni dei clienti (35,3%).

 

Molto sentita è anche la necessità di essere costantemente aggiornati sulle nuove frontiere tecnologiche, acquisendo una vision digitale (34%). I middle manager vorrebbero saper identificare KPI efficaci per il lavoro del proprio team in modo da identificare i talenti digitali e individuare i gap di competenze (23%) e saper coinvolgere e valorizzare tutti gli interlocutori interessati dal cambiamento (22,3%). Più di un quadro su cinque nomina anche la necessità di rompere le barriere, fatte di pregiudizi e resistenze, che potrebbero ostacolare cambiamenti necessari.

 

Di fronte a uno scenario ancora in trasformazione, qual è allora il ruolo del middle manager? La risposta è quasi unanime: il 94,7% dei quadri intervistati ritiene che i middle manager possano ricoprire un ruolo decisivo nella gestione ottimale della transizione tecnologica.


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