L’errore come esperienza formativa. Apprendere la lezione e migliorare la ripartenza

05/10/2023 | 1115

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L’errore come esperienza formativa
Apprendere la lezione e migliorare la ripartenza

di Ilaria Di Croce, Direttore di Quadrifor

Ogni persona, per sua natura, vuole apprendere. La parola stessa, nella sua etimologia latina, rimanda all’idea di movimento, alla spinta di chi è pronto a ricevere e a trattenere. Imparare qualcosa di nuovo significa perciò trasformare in conoscenza un input esterno, che ascoltiamo, osserviamo o sperimentiamo come esperienza diretta. Anche se fallimentare. 

Sviluppare competenze innovative è infatti un processo che porta con sé inevitabilmente la possibilità di commettere degli errori. La saggezza popolare e gli studi sull’apprendimento sono d’accordo su un punto: sbagliando si impara, perché la ricerca di una soluzione a un problema passa necessariamente dalla ripetizione di più tentativi che sono, per definizione, errati. Trial and error dicono gli esperti: si impara facendo dei tentativi e commettendo degli errori.

Eppure, ancora oggi all’interno di molte organizzazioni l’errore viene stigmatizzato e considerato un elemento negativo e di rallentamento della crescita aziendale. Sono ancora pochi i leader capaci di abbandonare vecchie concezioni culturali, fondate su un’idea stereotipata di successo, e pronti a superare una concezione dell’errore concentrata sulla caccia al colpevole. 

Per questo la cultura dell’errore resta un tema cruciale nel campo della formazione, soprattutto quando è rivolta ai manager. Di fronte ai fallimenti del proprio team di lavoro, è importante non mettere in atto reazioni controproducenti e colpevolizzanti, ma interrogarsi sulla causa dell’errore. Una caratteristica tipica delle aziende che vogliano dirsi innovative sta nel considerare l’errore come learning point per apprendere la lezione e migliorare la ripartenza. La cultura dell’innovazione spinge a tollerare l’errore, anzi a incoraggiarlo nella prospettiva di un tentativo continuo verso il miglioramento. 

Migliorare l’approccio al feedback

Abbracciare la lezione del fallimento significa far sentire le persone a proprio agio nel momento in cui emergere l’errore perché saranno capaci di imparare dallo stesso. È compito del leader portare all’interno delle organizzazioni l’abitudine a comprendere ciò che è accaduto – e non accanirsi su “chi è stato” – per imparare a ripartire anche quando le cose vanno male.

L’esercizio del feedback è in questo senso fondamentale: adottare uno stile di leadership innovativo e capace di esercitare l’intelligenza emotiva non vuol dire tacere sugli errori commessi ed esaltare solo i successi, ma trasformare gli inciampi in punti di partenza, per comprendere cosa non è andato bene e cercare modalità alternative. Il focus deve restare, dunque, sulle strategie e sui comportamenti.

Proprio perché il feedback ha l’obiettivo di far crescere la persona e attivare il suo apprendimento, durante questi momenti è importante concentrarsi il più possibile su ciò che ha funzionato, per indicare la strada giusta verso la crescita professionale del singolo e lo sviluppo delle sue competenze e abilità. Attraverso il riconoscimento dell’errore la persona è stimolata a cambiare il proprio modo di agire e a cercare alternative migliori.

Creare una cultura aziendale dell’errore

Si tratta, in altre parole, di allenare la capacità di ricaricarsi, ricostruirsi e rinnovarsi. Quella che in inglese viene definita “restartability”, ovvero la competenza che sviluppa chi ha consapevolezza delle proprie abilità e capacità di usarle in modo creativo e costruttivo per riprendere il proprio percorso professionale dopo uno stop. È una competenza utile ad affrontare soprattutto quei cambiamenti che richiedono nuove sfide e nuove responsabilità. Di fronte a un nuovo percorso è importante infatti riconoscere i propri talenti - soprattutto se diversi da quelli degli altri componenti del team, diversi per età, esperienze e percorsi formativi, e capire come usarli.

Creare una cultura dell’errore non significa, insomma, legittimare e tollerare comportamenti superficiali o poco attenti alle necessità del business, ma far sentire i propri dipendenti adeguati, anche di fronte agli errori. Ciò permette di velocizzare l’analisi dello sbaglio commesso e delle ragioni che vi stanno dietro e aiuta a stimolare nel singolo la capacità di discernere pratiche e comportamenti efficaci.

Creare una nuova cultura aziendale, che guardi agli errori in ottica inclusiva come parte integrante del business, è il modo migliore per superare le difficoltà e imparare da queste ultime. Un’occasione formativa irripetibile, da cui apprendere una lezione importante per la crescita e lo sviluppo personale e professionale di tutto il team.