A cura di Roberto Pancaldi, Managing Director Mylia – The Adecco Group
Il 2022 si apre su un mondo del lavoro che negli ultimi due anni ha subito radicali trasformazioni e che, nel corso dei prossimi mesi, si evolverà ulteriormente. Le riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, infatti, spingeranno l’acceleratore sulla trasformazione digitale e la transizione green, creando in questi campi molti nuovi posti di lavoro in tutto il Paese. Alla luce di questo, il mondo della formazione si trova davanti ad una sfida cruciale: per supportare la ripartenza e sostenere la crescita bisognerà infatti contribuire a creare tutte le nuove competenze di cui il mercato del lavoro avrà bisogno, avviando fin da subito i percorsi di reskilling e upskilling più efficaci per accompagnare imprese e lavoratori in questi processi di trasformazione.
Questo si scontra tuttavia con un fenomeno che da anni come Mylia – la scuola di formazione e sviluppo di The Adecco Group – ci impegniamo a contrastare, ovvero il mismatch fra l’offerta del sistema formativo italiano e la domanda del mercato del lavoro. Proprio un esempio lampante di ciò che le aziende chiedono sempre più insistentemente e che ancora manca in molti professionisti sono le competenze digitali, diventate un requisito base dal quale non si può più prescindere. Secondo l’ultima edizione del Future of Jobs del World Economic Forum, infatti, lo sviluppo della tecnologia porterà il 15% della forza lavoro delle aziende a dover cambiare modo di lavorare entro il 2025, e in media il 6% dei lavoratori potrebbe essere sostituito dalle macchine. Ma il report prevede anche che la distruzione di posti di lavoro sarà compensata dalla crescita dell'occupazione nei "posti di lavoro del futuro”.
Bisogna essere pronti a sfruttare queste opportunità, per cavalcare con successo il trend positivo che il mercato del lavoro sta vivendo. Ci sono, infatti, alcuni aspetti che ci permettono di guardare ai prossimi mesi con ottimismo: ad esempio, secondo le rielaborazioni di The Adecco Group sulle stime pubblicate dal Governo, gli investimenti del PNRR dovrebbero contribuire, nel triennio 2024/26, all’incremento occupazionale delle donne di +380.000 unità, mentre saranno +81 mila i giovani che troveranno un impiego. Questi risultati, però, potranno essere raggiunti solo accelerando il processo di riconversione e rafforzamento delle competenze del capitale umano, e favorendo l’allineamento alle nuove forme organizzative del lavoro.