Blended, personalizzata, tecnica e integrata
Cinque trend per la formazione del 2023
di Giorgia Pacino, giornalista
Cambia il mondo del lavoro e cambiano le priorità di lavoratori e lavoratrici. Le competenze e il loro aggiornamento costante sono diventate la priorità per il business di ogni impresa e anche la formazione aziendale ha dovuto adattarsi ai mutamenti in atto, affiancando all’approccio formativo tradizionale nuovi modelli più innovativi e al passo con i tempi. Ecco allora cinque trend della formazione che vedremo sempre più presenti nel 2023.
1) La formula magica è blended
Nell’era post-Covid, non si può più rinunciare all’aula virtuale. Comprese le potenzialità di corsi aperti a tutti, a prescindere dalla collocazione geografica e dalla disponibilità di tempo per gli spostamenti, le aziende si stanno orientando verso una forma ibrida di formazione, che contempla accanto agli appuntamenti in un’aula fisica anche un ampio spazio riservato agli incontri online.
Sono sempre più frequenti i pacchetti formativi strutturati in modo che, a una fase da remoto incentrata sull’acquisizione di nozioni e competenze, seguano uno o più incontri in presenza dedicati al confronto con i tutor e tra i partecipanti. La modalità blended unisce in sé i vantaggi dei due mondi, senza sacrificare il bisogno di approfondimento e conoscenza diretta alla flessibilità e all’agilità di una connessione da casa.
2) Personalizzazione, anche grazie all’AI
La parola chiave oggi è personalizzazione. Le persone sono alla ricerca di corsi ritagliati sulle proprie esigenze formative, in grado di adattarsi a uno specifico percorso di carriera e a precisi ritmi di vita e di lavoro. Diventa, quindi, fondamentale strutturare una formazione taylor made, il più possibile ritagliata sulle competenze posseduta, sulle necessità di crescita e sulle aspirazioni nutrite dal singolo.
Ecco perché sempre più organizzazioni stanno esplorando l’uso di nuovi strumenti per conoscere più a fondo le proprie persone e poter così offrire loro percorsi ad hoc. L’Intelligenza Artificiale è uno degli strumenti più utilizzati, insieme ai chatbot animati dalla stessa AI, per raccogliere dati e informazioni utili sui partecipanti ai corsi, in modo da rendere sempre più efficaci i programmi formativi.
3) Back to basics, torna la formazione tecnica
In un’epoca di grandi cambiamenti, sono in molti a sentire il bisogno di tornare alle basi del proprio lavoro. Complice l’innovazione tecnologica e l’accelerazione impressa alla trasformazione digitale, non sorprende che si aumentata l’appetibilità di corsi di formazione tecnica, dedicati allo sviluppo di competenze base – incluse anche quelle digitali, ormai necessarie per lo svolgimento di ogni lavoro.
L’attenzione rivolta alla formazione tecnica si spiega anche con la carenza di lavoratori e personale in possesso di specifiche qualifiche e conoscenze. Per contrastare il talent shortage, le aziende hanno cominciato a investire proprio nello sviluppo di competenze che fanno fatica a reperire sul mercato del lavoro. L’idea, insomma, è quella di formare le proprie persone, invece di cercarne delle altre.
4) Microlearning per una formazione integrata
Nonostante il grande desiderio di conoscenza, il tempo da dedicare all’aggiornamento professionale è sempre più ridotto. Da tempo la formazione si sta, quindi, adattando ai nuovi ritmi del mondo digitale: i corsi oggi sono arricchiti di realtà virtuale, basati sulla logica del gaming, e spesso frammentanti in contenuti più piccoli, per catturare a piccole dosi l’attenzione delle persone.
La disponibilità ad apprendere si accompagna così alla ricerca di una formazione che possa inserirsi nella quotidianità ed essere integrata nei ritmi di vita e di lavoro della persona. Si spiega in questo modo anche il successo di pillole formative, podcast e corsi “chiusi” fruibili online. È il cosiddetto microlearning, una formazione fatta di corsi digitali di pochi minuti fruibili ovunque e in qualsiasi momento.
5) Il formatore diventa un coach
Quando si tratta della propria formazione, le persone cercano una guida sicura e affidabile da seguire. È passato il tempo dei formatori-docenti, concentrati soltanto sui contenuti e meri dispensatori di slide e quintali di fotocopie. Chi si avvicina al mondo dell’apprendimento, cerca testimonial, coinvolgimento diretto e contributi interattivi, magari reperiti in rete dagli stessi partecipanti all’aula.
Oggi che l’apprendimento è inteso sempre più come autoformazione, il momento dell’incontro in aula – sia essa virtuale o reale – assume un valore sociale, legato allo ‘stare insieme’ nel momento della crescita professionale. Il formatore deve, quindi, diventare un coach per i suoi allievi, una figura cioè capace di dare loro l’esempio, di spronarli e guidarli in un percorso di apprendimento continuo.